sabato 2 Dicembre 2023

2002 – Erice (II)

Il male

Relatori Augusto Cavadi, Elio Rindone, Mario Trombino, Alberto Giovanni Biuso
Interlocutori invitati
Sintesi degli interventi(a cura di Elio Rindone) La felicità non è un obiettivo facile da raggiungere, perché la vita umana è segnata, anzi spesso drammaticamente dominata, dall’esperienza del dolore e del fallimento. Come il pensiero occidentale ha affrontato il problema del male, con quali miti, con quali argomentazioni razionali ha tentato di rispondere agli interrogativi posti da questa angosciosa realtà?a) La cultura greca ha fatto ricorso al mito tragico, per cui bene e male sono necessariamente intrecciati, e a quello dell’anima esiliata, che vede la salvezza dal male nella liberazione dalla corporeità. La Bibbia ha visto la causa del male nel rifiuto dell’amore, capace di creare le condizioni di una vita degna per tutti gli uomini in questo mondo. La tradizione cristiana ha elaborato la teoria del peccato originale, da cui l’umanità è liberata solo dalla grazia, che permette di trovare la salvezza nell’aldilà (Elio Rindone).

b) In età moderna il tema del male è stato visto spesso in chiave di “teodicea”, di necessità di giustificare Dio, secondo il principio che un Dio buono e onnipotente non può avere creato il male: o non è buono, o non è onnipotente. Oppure non esiste. Tra le soluzioni al problema si possono individuare alcune linee di tendenza: il male è una sorta di “illusione prospettica” derivante dalla nostra difficoltà di guardare le cose dal punto di vista del Tutto (Spinoza); il male non esiste in sé, perché la materia è solo materia e la sfera della moralità è altrove (Cartesio); il male è l’altro volto del bene, secondo una prospettiva dialettica (Hegel) (Mario Trombino).

c) In Anassimandro il pensiero greco individua subito il nesso profondo tra esistenza e colpa. Nel Novecento, Heidegger riprende questa intuizione e coglie l’esistere come “essere gettati” in un mondo le cui radici e destini non dipendono da noi. Anche Nietzsche critica la pretesa umana di costituire il centro dell’universo e fa di concetti quali la libertà, il male, la colpa, dei punti di vista prospettici e non degli assoluti. Schopenhauer esprime le conseguenze etiche del superamento dell’antropocentrismo attraverso la compassione verso tutto ciò che vive, sente, soffre. La stessa “pietas” era presente nell’ultimo grande pensatore pagano: Plotino benedice il mondo e vede nel male solo una diminuzione del bene, come il buio è soltanto lo spegnersi della luce (Alberto Giovanni Biuso).

Luogo Erice, in provincia di Trapani, Sicilia
Periodo 22 – 29 Agosto 2002
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Salvatore Fricano, amministratore del sito delle vacanze filosofiche. Docente di Filosofia e Scienze Umane in un liceo. Esperienza, ormai datata, come analista programmatore e capo progetto in una società d'informatica.

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