L’antropologia filosofica
Relatori | Augusto Cavadi, Elio Rindone, Alberto Giovanni Biuso |
Interlocutori invitati | Maurizio Pancaldi |
Sintesi degli interventi(a cura di Elio Rindone) | Dopo quattro anni dall’ultima volta in cui ci siamo interrogati su una visione complessiva dell’essere umano, non è superfluo ritornare a questo interrogativo di base della riflessione filosofica.a) Nel mondo greco, se è prevalente una visione unitaria dell’uomo, non manca tuttavia un filone – che ha i suoi maggiori rappresentanti in Pitagora, Empedocle, Platone e Plotino ma che ha avuto, grazie ai culti misterici, larga diffusione popolare – che presenta un’antropologia dualista. Elementi di entrambe le suddette prospettive si trovano in Aristotele. Sebbene la Bibbia presenti una visione assolutamente unitaria dell’uomo, i teologi cristiani hanno elaborato una teoria sostanzialmente dualista che si ispira all’antropologia aristotelica ma corretta da una buona dose di religiosità orfica e di spiritualismo platonico e neoplatonico. (Elio Rindone).
b) Se osserviamo la ‘parabola’ segnata dal pensiero antropologico occidentale, notiamo che esso parte da una visione dell’essere umano ‘sobria’ (che lo considera relativo al cosmo, nel mondo classico, o a Dio, nel mondo medievale) per arrivare all’antropocentrismo quasi antropoteistico (nel mondo moderno) e poi ricadere nella filosofia della morte dell’uomo (in alcuni filoni del pensiero francese contemporaneo). È possibile risalire la china del nichilismo antropologico senza resuscitare deliri di onnipotenza idealistici? Forse sì: a patto di incardinare la dignità dell’uomo all’interno di un orizzonte ontologico più ampio (Augusto Cavadi). c) l’ontologia dell’essere umano si costruisce su domande di fondo: esiste una natura della specie o essa è soltanto storia? L’umanità possiede degli istinti o essa crea continuamente a se stessa gli strumenti della sopravvivenza? Quali rapporti -biologici, ambientali, strumentali, affettivi, etici- la specie umana intrattiene con le altre e con l’intera sfera dell’essere? L’essere dell’uomo è completo o incompleto? Ci sono, e se sì quali, dei caratteri suoi propri ed esclusivi? Quali sono le ragioni (cause/fini) del linguaggio, della tecnica, dell’arte, delle istituzioni che l’umanità ha sviluppato nel corso del tempo? La cifra dell’essere umano è la trascendenza o l’immanenza? Quale funzione svolge la domanda che continuamente poniamo a noi stessi su ciò che siamo? Perché è il tempo l’enigma radicale che ci costituisce? (Alberto Giovanni Biuso). d) A partire da alcuni testi significativi dell’umanesimo sia italiano (Pico, Ficino, Manetti ecc) sia europeo (Erasmo), si sono messi in evidenza gli elementi di novità rispetto alle concezioni medievali: la valorizzazione della dimensione mondana della vita, la superiorità dell’azione sulla contemplazione, la libertà di scelta, la posizione eminente dell’uomo rispetto alla natura. Tale orientamento speculativo si è poi sviluppato nel senso della centralità del Soggetto rispetto alle grandi questioni teoretiche (la verità, il sapere ecc.): dal “cogito” cartesiano all’Io penso kantiano, fino ai grandi sistemi idealistici di Fichte ed Hegel, è emerso soprattutto come questa nozione si sviluppi fino ad assumere i tratti di un’autentica apoteosi totalizzante. Si è successivamente individuato nella nuova visione della storia una conseguenza fondamentale: dall’illuminismo, all’idealismo al positivismo e al marxismo è emersa una visione progressiva del corso del tempo che avrebbe fatto infine trionfare lo spirito umano quale autentico filo conduttore dello svolgersi degli eventi sulla scena del teatro del mondo. Dunque l’uomo non solo come costruttore di storia, ma anche come verità che è rivelata dalla storia. Infine la nuova scienza: dagli inizi seicenteschi con Bacone e Galileo fino agli esiti positivistici e neo-positivistici, si è sottolineato il ruolo di dominio sulla natura che era ad essa riconosciuto. La scienza moderna è così intrinsecamente connessa alle applicazioni tecnologiche che avrebbero consentito, mediante il pieno sfruttamento delle risorse naturali, anche la soddisfazione dei bisogni e quindi il raggiungimento di un pieno sviluppo della facoltà e possibilità umane. (Maurizio Pancaldi). |
Luogo | Macugnaga, in provincia di Verbania, Piemonte |
Periodo | 21 – 28 Agosto 2006 |
Salvatore Fricano, amministratore del sito delle vacanze filosofiche. Docente di Filosofia e Scienze Umane in un liceo. Esperienza, ormai datata, come analista programmatore e capo progetto in una società d'informatica.